Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise - dicembre 2015

Ore sei e un quarto del mattino. E' ancora notte fonda, il termometro dell'auto segna - 3°C. Con una tessera bancomat togliamo la brina ghiacciata dal parabrezza e partiamo per il nostro appostamento.

Appena fuori dal paese un grosso maschio adulto ci attraversa placidamente la strada, senza fretta. Capiamo perchè Villetta Barrea è considerato il paese dei cervi. Alle sei e mezza ci piazziamo sulla sponda del fiume dove ci sono molte tracce di animali che attraversano da sponda a sponda. Il livello dell'acqua, limpidissima, è ancora basso. Speriamo di vedere i lupi. Piazziamo cavalletti e fotocamere e aspettiamo in silenzio, mentre i primi raggi di sole fanno capolino dietro alla nebbia che comincia a diradarsi. In lontananza vediamo qualche cervo, alla nostra sinistra un grosso cinghiale attraversa rapido il fiume e riusciamo appena ad intravedere la sagoma possente controluce. Ci fanno compagnia due merli acquaioli che vanno e vengono dalle rocce affioranti sul pelo dell'acqua. Ma i lupi non si fanno vedere. Quando il sole è ormai alto decidiamo di dedicarci al bosco di salici per osservare i cervi. Un gruppo di femmine con i cuccioli si lascia fotografare nella radura appena sotto strada. Poi ci addentriamo e possiamo osservare le tracce di un orso che ha scorticato un pezzo di corteccia in cerca di cibo. Un giovane maschio ci concede un incontro molto ravvicinato. Considerato che non mostra segni di nervosismo ci avviciniamo con molta cautela e riusciamo a scattare qualche immagine a distanza di grandangolare. Poi, quando vediamo che accenna a spazientirsi, lo lasciamo andare tranquillo per la sua strada. Gli siamo già grati per essersi lasciato avvicinare così; ci ha concesso una gran fiducia. Speriamo che anche lui conservi un buon ricordo di questi esseri umani bardati in modo strano che fanno un sacco di "clic".           (segue dopo la gallery)

 

E adesso ci concentriamo sulla ricerca dei lupi. Lungo la strada, comunque, ancora incontri con giovani cervi che giocano e ci osservano a distanza. Cominciamo a scarpinare per addentrarci in zone più isolate. Ma i lupi non si fanno vedere.

I giorni successivi più o meno la stessa trama. ogni tanto qualche volpe in mezzo alla neve, un cinghiale che rufola, una coppia di aquile in cerca di correnti ascensionali, ma niente lupi.

La mattina dell'ultimo giorno ci giochiamo il tutto per tutto e, finalmente, eccoli! In un prato davanti a noi, purtroppo ad una certa distanza, un branco di ben otto individui, con diversi adulti. Ci vedono ma non si scompongono, continuano tranquilli le loro faccende. Poi, quando il sole comincia a fare capolino se ne vanno tranquilli nel bosco.

Adesso possiamo tornare a casa soddisfatti. Abbiamo potuto ammirare questo super predatore ancora così sconosciuto e spesso oggetto di errate valutazioni e infondate paure. La presenza del lupo nel bosco, come l'aquila nel cielo sono indice di buona salute dell'ambiente e degli habitat della fauna perché significa che la catena alimentare è completa ed equilibrata, in quanto gli stessi predatori garantiscono il controllo numerico degli erbivori affinché questi, nelle giuste proporzioni, garantiscano la loro funzione all'interno dell'habitat, senza eccessi.

viaggio organizzato con la collaborazione di Antonio Macioce www.antoniomacioce.com e Michele Martelli www.michelemartelli.com