Belgio: verso il Mare del Nord

Queste righe di contorno alle fotografie del viaggio vogliono essere un semplicemente un breve commento per riportare le mie impressioni del viaggio.

Il Belgio è una terra piatta, patria delle biciclette che, dappertutto, hanno piste dedicate e diritto di precedenza: mi sono chieste dove vadano a trovare le salite per le classiche ciclistiche del nord considerato che la salita più impegnativa che abbiamo dovuto affrontare è stato un cavalcavia.

Molte città sono attraversate da fiumi e canali tanto da guadagnarsi il titolo di Venezia del nord anche se con un po’ di generosità perché, in realtà, non bastano i canali per assomigliare a Venezia.

Tutto il paese appare molto popolato e pertanto le strade sono spesso assai trafficate, soprattutto in prossimità delle città. In particolare l’attraversamento della capitale Bruxelles ci ha fatto perdere parecchio tempo per cui abbiamo deciso di saltare la visita e dedicarci alle città minori come Bruges (Brugge in olandese/fiammingo), capoluogo delle Fiandre Occidentali e centro storico medievale patrimonio dell’umanità Unesco dal 2000, e Gand (Gent in fiammingo), attuale capoluogo delle Fiandre Orientali che in epoca medievale è stata una tra i centri più importanti d’Europa oltre che città natale di Carlo V, che conserva il castello dei conti delle Fiandre: due belle città, assonnate al mattino, brulicanti di persone al pomeriggio e tranquille alla sera.

Altre cittadine interessanti che abbiamo visitato sono state Courtrai (Kortrijk in olandese / Kortryk in fiammingo) nelle Fiandre Occidentali che conserva uno dei beghinaggi più caratteristici e patrimonio Unesco, Mechelen (Malines in francese) con la sua imponente cattedrale, Lovanio ( Louvain in francese / Levren in olandese) capoluogo del Brabante Fiammingo, Oudenaarde (Audenarde in francese) con la caratteristica piazza del mercato grande, Ypres ( Ieper in olandese / Yper in fiammingo) importante centro storico del commercio dei tessuti a cui è stato dedicato un museo, Ittre (Ite in vallone / Itter in olandese) con i suoi castelli ed infine, sul Mare del Nord, De Haan (Le Coq in francese) che conserva ancora gli edifici bassi in stile belle epoque e Niewpoort (Nieuport in francese) con il campanile patrimonio Unesco.

Particolari e frequenti all’interno delle città i “beghinaggi”, dall’olandese “begijnhof”, luoghi tranquilli dove si ritiravano in preghiera, alloggiando in piccoli appartamenti, monache laiche che intendevano dedicarsi ad una vita monastica.

In tutto il paese si possono ammirare molte chiese ed abbazie, particolarmente interessanti i resti dell’imponente abbazia di Viller la Ville, nel sud del paese, che abbiamo visitato sulla strada per il Lussemburgo.

Un discorso a parte merita il rapporto con il cibo che, per gli italiani è molto particolare e radicato nelle cultura locale e nelle tradizioni popolari, decisamente differente da quello delle popolazioni nordiche, che sembrano considerare il cibo solo come fonte di nutrimento per cui, pur essendo riusciti a mangiare discretamente, non ricorderemo certo questo viaggio per le qualità della cucina belga, ad eccezione delle cioccolaterie che sembrano gioiellerie tanta è la cura e la ricercatezza con cui confezionano gli onnipresenti cioccolatini (anche per i prezzi).

Diverso il discorso per la birra, prodotta in abbondanza, anche in abbazie di frati trappisti che abbiamo incontrato andando verso il mare, approfittando per fare un po’ di scorta di birra ambrata di qualità.

La costa belga si affaccia sul Mare del Nord per circa 60 km, quasi tutti occupati da una lunga spiaggia sabbiosa sferzata dal vento, inframezzata da qualche zona dunale.

Un altra particolarità è la differenziazione linguistica.

In un paese relativamente piccolo, poco più grande di Piemonte e Valle d’Aosta, si parlano almeno tre lingue: olandese, francese e tedesco più qualche dialetto.

Il passaggio linguistico è particolarmente evidente tra le regioni fiamminghe al nord, dove si parla in prevalenza olandese e anche i cartelli stradali sono bilingue, e la Vallonia al sud di lingua francese dove anche la cartellonistica varia completamente nello spazio di pochi centinaia di metri.

E’ singolare assistere al colloquio tra due belgi, come ci è capitato in un bar, che tra di loro parlano in inglese per comprendersi.

La Vallonia, oltre alla lingua, si diversifica anche per la conformazione più collinare e l’atmosfera più mediterranea e meno nordica, dove ad esempio i locali risultano affollati anche dopo le 10 di sera.

In conclusione un viaggio interessante.