Qualche giorno nella capitale tedesca. Una città ancora alla ricerca di una identità precisa, dove i differenti recenti passati si mescolano.

Una città essenziale, con pochi fronzoli, dove le testimonianze del passato sono state ricostruite dopo la distruzione della seconda guerra mondiale e le costruzioni moderne, come la futuristica ed ecologica cupola del Bundestag, cercano di traghettarla nel futuro.

Qui, come in pochi altri posti, si può percepire ancora la sofferenza provocata dalle divisioni e dai muri fisici ed ideologici: può sembrare impensabile affacciarsi alla finestra e vedere strade che non si potranno percorrere e persone che non si potranno avvicinare perché in mezzo c'è una barriera di mattoni e filo spinato. Eppure non è passato tanto tempo da quegli anni.

E la cosa peggiore è pensare che tutto questo non è servito se ancora oggi si continuano ad alzare barriere nei confronti di chi rappresenta una diversità: etnica, culturale o religiosa. Senza comprendere che nella storia l'umanità ha fatto progressi quando ha saputo cogliere le opportunità offerte dall'incontro di popoli e culture differenti.