Il fascino accessibile delle Alpi Apuane.

Due giorni tra il monte Corchia e la Pania della Croce, da Foce Mosceta.

Non serve andare sulle Alpi per godere del fascino della montagna, basta salire sulle Apuane che, non a caso si chiamano Alpi, in virtù della conformazione geologica che rappresenta la più importante "finestra tettonica" della catena appenninica, formatasi dall'erosione della catena montuosa che ha favorito l'affioramento delle rocce più profonde e antiche. In pochi chilometri si passa dal mare alla montagna, da zero ai 1800 metri sul livello del mare.

muflone

Per salire alla Foce di Mosceta, dove si trova il rifugio Del Freo, si possono seguire almeno tre percorsi. Il più breve parte dall'ingresso della grotta dell'Antro del Corchia, a cui si accede con la navetta in partenza dal paese di Levigliani. Il sentiero, identificato con il numero 9, si inerpica subito in maniera molto ripida sui tornanti delle Voltoline ed è piuttosto faticoso nella prima parte, però è il più breve. Per gli altri due si deve superare l'abitato di Levigliani, passando per Terrinca, fino a Passo Croce, da dove inizia lo sterrato, sulla sinistra, con il quale si raggiunge in auto la località Fociomboli. Lasciata l'auto nello slargo che precede il divieto di transito, una breve salita porta ad un altro spiazzo dove i percorsi dei due sentieri si divide. Il n° 128 scende fino alla località di Puntato, con uno sterrato, per poi raggiungere, dopo un breve tratto in salita, il sentiero che con un andamento abbastanza pianeggiante in mezzo al bosco, la Foce di Mosceta, dopo aver toccato la grotta dell'Uomo Selvatico ed aver costeggiato il canale delle Verghe. Calcolate, ovviamente, che nel ritorno, la seconda parte dopo Puntato, è tutta in salita.

Il sentiero n° 129, al contrario, dopo un breve tratto di sterrato entra subito nel bosco ed alterna diverse salite e discese fino a scendere con decisione verso il rifugio Del Freo (ovviamente anche in questo caso il ritorno è in salita), passando alle pendici del Monte Corchia. Si può anche decidere di seguire un percorso all'andata ed uno al ritorno, secondo le preferenze: in ogni caso la salita c'è!

Per il 129, in particolare, durante la stagione fredda, è necessario prestare attenzione al ghiaccio, perché essendo quasi tutto in ombra, diventa scivoloso e pericoloso, per cui richiede l'uso dei ramponi da ghiaccio.

Raggiunta la Foce di Mosceta, dopo essersi rifocillati al rifugio (perché comunque la salita richiede almeno un paio d'ore) si può scegliere tra la salita al monte Corchia oppure, dall'altro versante, alla Pania della Croce.

In alternativa ci si può dedicare ad una più breve passeggiata per ammirare i mufloni che, pigramente, si alimentano sui pendii ripidi, crogiolandosi al sole. I mufloni sono stati immessi negli anni '80, per scopi venatori, e si sono ben adattati in quest'area, fino a formare una popolazione di qualche centinaio di capi che gravitano proprio nei versanti della Pania e del Corchia.

Tipiche di queste zone sono le cavità carsiche scavate dallo scorrimento delle acque: un vasto sistema che con i suoi 53 km di gallerie e pozzi è il più sviluppato complesso carsico ipogeo italiano che ha come fulcro l'Antro del Corchia, caratterizzato da numerosi ingressi (finora ne sono stati scoperti venti).

Negli ultimi anni la pressione antropica su queste montagne sta un po' diminuendo. Le cave in quota sono state abbandonate, i boscaioli non si spingono più così in alto, così come i carbonai che ormai hanno smesso la loro attività.

Più in basso continuano ad operare le cave di marmo che costituiscono, seppure con controversi aspetti ambientali, una tipicità di questi luoghi definendo un paesaggio unico nel suo genere, contraddistinto dal biancore candido del tipico marmo apuano tanto amato da Michelangelo. Oggi purtroppo quel marmo viene utilizzato solo in minima parte per la creazione di capolavori scultorei ma piuttosto finisce frantumato in polvere utilizzata come additivo in diversi prodotti industriali. E' lecito pertanto domandarsi se valga la pena di continuare a bucare e rosicchiare queste meravigliose montagne e fino a che punto questo prelievo potrà essere ancora sostenibile. 

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