sterpazzola

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Lo spettacolo della migrazione

Uno degli eventi più affascinanti che la natura ci regala è la migrazione dell’avifauna.

Due volte all’anno, in autunno ed in primavera, milioni di uccelli intraprendono un viaggio di migliaia di chilometri per trasferirsi da un continente all’altro in cerca di condizioni climatiche più adatte.

E’ stupefacente pensare come possano affrontare un viaggio così lungo e faticoso degli esserini del peso di pochi grammi.

Alcune specie hanno sviluppato tecniche particolari, come la sterna artica, che per compiere un viaggio ininterrotto di quasi centomila chilometri sull’Oceano Atlantico, dalle coste settentrionali dell’Inghilterra fino all’Antartide, ha imparato a dormire con un solo emisfero del cervello per volta.

Il viaggio autunnale, che porta gli animali dai siti di nidificazione a quelli di svernamento più meridionali è detto di “andata” perché per i nuovi nati rappresenta la prima migrazione della loro esistenza che affrontano a pochi mesi di vita.

Viene spontaneo chiedersi come facciano ad orientarsi in mare aperto oppure nel deserto, in un viaggio che non hanno mai fatto, attraversando luoghi a loro sconosciuti.

La risposta sta nell’istinto che li porta a ripercorrere le vie scritte nel loro DNA, facendosi guidare dal sole, dalle stelle e dal campo magnetico terrestre che, secondo alcuni studi recentemente pubblicati dalle università di Oxford in Inghilterra e Oldenburg in Germana, riescono a percepire grazie ad una proteina presente nella retina.

Il viaggio primaverile di “ritorno” spesso segue un percorso differente e più breve, perché gli animali hanno fretta di raggiungere i siti di nidificazione per iniziare la stagione degli amori.

Ad esempio il luì all’andata se la prende comoda e, per raggiungere l’Africa provenendo dal nord Europa, attraversa tutta la Spagna, in più tappe in modo da minimizzare la traversata marina passando dallo stretto di Gibilterra mentre al ritorno segue una rotta più diretta, attraversando il Mediterraneo, che lo porta a terminare tutta la migrazione in pochi giorni.

Qui entrano in gioco le piccole isole sparse sul mar Tirreno, tra cui Ventotene.

Spesso gli uccelli preferiscono viaggiare durante le ore notturne per sentirsi più al sicuro dai predatori e per sfruttare l’aria più fresca e leggera, per cui sfiniti dopo aver volato tutta la notte, in una lunghissima tappa dal nord Africa, vedono all’orizzonte la sagoma di questi piccoli fazzoletti di terra dove possono trovare riposo e ristoro.

In primavera ed in autunno, pertanto, in queste isole si possono ammirare tantissime specie diverse, nell’isola di Ventotene ne sono state censite più di 200, intente a rifocillarsi con i gialli fiori delle ferule, oppure sugli alberi da frutto, che si lasciano avvicinare dall’uomo più di quanto farebbero normalmente.

rigogolo su nespolo
rigogolo su nespolo

Ho visitato Ventotene in aprile ed ho potuto assistere al continuo via vai di questi simpaticissimi uccellini che volavano da un arbusto all’altro, passeggiando per le vie dell'isola e fermandomi ad osservare e fotografare gli animali all’interno di orti e giardini.

Non a caso Ventotene è inserita nel progetto Piccole Isole, coordinato dall’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, all’interno del quale avviene il monitoraggio, l’inanellamento e la valutazione delle condizioni degli uccelli migratori che vengono catturati con delle apposite reti per essere esaminati, inanellati e prontamente liberati.

Grazie all’anello posto nella zampetta si potrà studiare il percorso e le abitudini di questi volatili quando questi saranno nuovamente avvistati o fotografati in altre zone del mondo.

La presenza di tanta fauna garantisce cibo anche a numerosi predatori: tra l’isola di Ventotene e la vicina Santo Stefano, ben cinque coppie di falco pellegrino hanno scelto le ripide falesie per nidificare.

Durante le notti estive anche le berte regalano uno spettacolo particolare: infatti nelle notti buie senza luna si sente il loro particolare canto, che adottano per guidare il compagno, di ritorno dalla pesca in mare, a ritrovare l’ingresso del nido situato sulle pareti rocciose. Questo verso, simile al pianto di un bambino, che attira numerosi spettatori sulla costa, viene accostato al canto delle sirene che cercarono di ammaliare Ulisse, di passaggio proprio nelle isole del Tirreno.

Questo isole, pertanto, oltre alle spiagge ed al mare cristallino offrono anche la possibilità di un altro tipo di vacanza finalizzata all’osservazione della natura.

Nella galleria fotografica che segue potete trovare le foto che ho scattato nei miei tre giorni di permanenza a Ventotene che, ovviamente, rappresentano solo una minima parte delle specie osservabili e fotografabili.

Alcuni rapaci li ho osservati in volo (falchi di palude e albanelle) a grandi altezze, oppure a notevole distanza (falco pellegrino) ma non sono riuscito a fotografarli in modo accettabile.

Non garantisco l’esattezza dell’identificazione della specie non essendo un grande esperto come birdwatching!

Buona visione!