Due giorni a Napoli

Rientrando dal Cilento non potevamo non fermarci a Napoli, anche perché non c'eravamo mai stati e dovevamo colmare questa lacuna.

Due giorni nella colorita esuberanza del capoluogo partenopeo, tra gli infiniti ristorantini dei quartieri spagnoli, gli straripanti negozi di Spaccanapoli e le colorite botteghe artigiane di presepi a San Gregorio Armeno.

Ma oltre al folclore Napoli offre anche una vasta offerta culturale.

Noi ci siamo dedicati ai classici: Palazzo Reale, il Duomo, San Domenico Maggiore, Castel dell'Ovo, Castel Nuovo chiamato anche Maschio Angioino, Castel Sant'Elmo per la vista su Napoli ed il Vesuvio, le Gallerie d'Italia e abbiamo assaporato la raffinata bellezza del Cristo Velato nell'incredibile ed unica Cappella Sansevero.

E dopo una passeggiata tra Piazza del Plebiscito ed il lungomare siamo andati alla scoperta delle bellezze nascoste nel sottosuolo, tra quelle antiche di Napoli sotterranea seguendo un percorso storico che va dalle origine greche delle cisterne che hanno garantito l'acqua alla città per più di 2400 anni per poi trasformarsi in rifugio durante la guerra mondiale fino a quelle più moderne offerte dalle artistiche e colorate stazioni della metropolitana.

Potrebbe nascere proprio dalle profondità dell'acquedotto napoletano l'origine di una delle leggende più famose e caratteristiche della tradizione partenopea: "o monaciello" cioè lo spiritello vestito con un saio che si introduce nelle case napoletane portando fortuna e prosperità. Secondo alcuni questa figura altri non sarebbe che il "pozzaro", cioè quella figura che si occupava della manutenzione delle cisterne destreggiandosi abilmente tra cunicoli e pozzi, vestito con cappuccio e mantello, per poi risalire agilmente in superficie passando dalle abitazioni del centro storico dove si fermavano per uno spuntino e magari per intrattenersi con le donne di casa. Quando i mariti rientravano vedevano queste figure esili coperte da un mantello svanire velocemente e trovavano in casa gli omaggi che questi aveva portato alla signora, da qui la credenza che "o monaciello" porti benessere.

Non potevano certe mancare gli appuntamenti culinari come le sfogliatelle a colazione e la celebratissima pizza napoletana che abbiamo conquistato dopo più di un'ora di coda in fila all'Antica Pizzeria da Michele, una delle più famose pizzerie della città, che però ci ha ampiamente ripagato per la fatica fatta. Nonostante inizialmente non fossi particolarmente entusiasta di sobbarcarmi tutta quell'attesa, alla fine mi sono dovuto ricredere: nella sua semplicità la pizza mezza margherita e mezza marinara (tra l'altro a 5 €) mi ha conquistato.   

Due giorni non sono certo sufficienti a scoprire una metropoli così ricca come Napoli anche perché è una città da prendere con calma per aver tempo di abituarsi al caos che tutti sembrano affrontare senza fare una piega. Ad esempio se due auto si incrociano in un senso unico, il conducente che si trova nella direzione corretta non si risente minimamente, senza battere ciglio entrambi si adoperano per risolvere la situazione, uno passando sopra un'aiuola e l'altro arrampicandosi su per un gradino, per poi continuare tranquillamente ognuno per la sua strada.

Gli scooter che sfrecciano dappertutto, facendosi largo a colpi di clacson, noncuranti di sensi unici e zone pedonali, all'inizio sono anche divertenti poi diventano un po' fastidiosi, soprattutto per chi, come me, è amante del mare e della montagna, magari anche un po' fuori stagione entrambi. Per il resto attraversare la strada oppure guidare nel traffico cittadino non è poi così diverso rispetto a città come Milano o Roma.

Comunque almeno una volta nella vita Napoli merita di essere visitato.  

Napoli

Paestum