Val Maira

Ho scoperto la montagna piemontese solo recentemente ma ne sono rimasto stregato.

Non parlo delle stazioni sciistiche più rinomate, ma di quelle valli che sono rimaste un po’ ai margini dello sviluppo turistico e per questo ancora autentiche e selvagge.

La mia prima visita, qualche anno fa, è stata al magnifico colle del Nivolet, con la splendida strada che da Ceresole Reale sale attraverso laghi e panorami mozzafiato, che mi ha dato l’occasione per realizzare un breve video -> link Nivolet 2015.

La seconda tappa è stato il Parco Naturale delle Alpi Marittime, dove ho incontrato camosci e stambecchi, a cui ho dedicato già un articolo con molte fotografie –> link Alpi Marittime: nel regno di stambecchi e camosci.

Infine la Val Maira, con i suoi borghi che si incontrano lungo la strada che sale dolcemente verso le vallate laterali, gli altopiani ed i passi che la collegano alle valli vicine.

Ho soggiornato in località Vernetti, nel comune di Marmora, nel borgo di Ceaglio trasformato in un accogliente albergo diffuso attraverso un recupero molto riuscito, punto di partenza molto comodo per raggiungere il vasto altopiano della Gardetta da cui si può partire per diverse escursioni oppure, dopo una passeggiata di meno di un’ora, gustarsi una polenta al rifugio omonimo, sulla strada per arrivare al passo.

Lungo la strada per la Gardetta merita una visita il paese di Canosio dove si trova la borgata Ubac (detta anche Obacco) costruita interamente al coperto per cui tutte le attività si svolgevano all’interno.

Salendo ancora, da Marmora, si può raggiungere il colle dell’Intersile che è attraversato dall’alta via di Maira, oppure, passando dal colle dell'Esischie, con una bellissima e strettissima strada di montagna, si può raggiungere il colle Fauniera e da lì, dopo un passaggio al monumento al pirata Marco Pantani, si può scendere verso Castelmagno. 

Tornando sulla strada provinciale, all’altezza di Ponte Marmora, si può proseguire attraversando gli abitati di Prazzo, Ussuolo, Maddalena, Frere, Acceglio, Villaro, Ponte Maira, Saretto e Chiappera fino al Rifugio Campo Base da cui si può partire per numerosi trekking tra cui quello attorno alla scenografica Rocca Provenzale.

Sul versante opposto salendo dal vallone di Elva si può ammirare il panorama dal Fremo Cuncunà, uno sperone di roccia proteso nel vuoto, a strapiombo, per poi salire al passo del colle di Sampeyre da cui si possono ammirare, con una visuale a 360°, tutte le valli circostanti.

Tornando invece verso valle, sempre sulla provinciale 422, si incontrano Bassura, Macra, la suggestiva cappella di san Salvatore, Adrecchio e San Damiano Macra, fino a raggiungere il centro più grande della zona che è Dronero, dove è possibile visitare il caratteristico Ponte del Diavolo ed il Mulino.

Proseguendo, superato Villar San Costanzo, si raggiunge il Parco Naturale dei Ciciu del Villar che racchiude le particolari formazioni geologiche, con le rocce a forma di fungo chiamate anche “camini delle fate”, che si sono formate al termine dell’ultima glaciazione in seguito allo scioglimento dei ghiacciai che portò il torrente Faussimagna (affluente di sinistra del torrente Maira) ad esondare, erodendo le pendici del monte San Bernardo e trasportando a valle un'enorme massa di detriti.

In conclusione, l’ultimo posto che abbiamo visitato è stato il parco archeologico di Roccerè con l’omonimo Santuario.

In attesa della prossima puntata ecco qualche immagine della Valle.